sabato 17 aprile 2021

Oggi 17 aprile ventisettesimo …

 

Oggi 17 aprile ventisettesimo …
 
 
Sebbene questa mattina abbia fatto il test glicemico intorno alle cinque e abbia annotato la data del 17 aprile, la memoria non mi ha sorretto.
Proprio ora è passata davanti a me al computer Tonia con dei fiorellini di campo a mazzetto in mano.
“A che ti servono?”
Non ho atteso la risposta, “Già oggi è il 17 Aprile!”.
Sono fortemente disturbato questa mattina.
Causa Giovanni e una signora che mi rattrista con messaggi privati.
La signora e se continua mi vedrò costretto a bloccarla ed è azione che mi causa dolore e fastidio.
Ma è anche cruccio di brevità e non più di tanto.
Giovanni!
E la morte mi troverà a prendermi cura di lui.
Anche quando, come questa mattina, insopportabilmente controvoglia e arrabbiato.
Mamma cara, lo so che non ha colpe ed è la sua malattia.
Però quanto è faticoso e insopportabile digerire tutto.
Ha dei comportamenti a volte che non trovano ragioni neanche nella follia.
E quando accadono i giorni a seguire si vestono macigno e la cura è roccia.
Questa mattina ero rancoroso anche nei tuoi confronti del “dono”.
Non ci ho pensato e ora anche questo mi duole.
Oggi sono esattamente ventisette anni, Mammina mia.
La tua esistenza in morte data tutti questi e sembra ieri.
Tanto è vivo il tutto e sanguina.
Sono solo davanti alla tua eredità e non ci sono fratelli e sorelle.
Le tue premure e percepisci il fallimento.
Che famiglia!
E l’esclamazione non raggiunge l’amarezza che schiaccia.
Mi do coraggio a volte e penso a me vessillo di ciò che non esiste più.
Ne sento tutto il senso e l’orgoglio dell’Uomo.
Ma è giornata no, quest’oggi!
La tua dolcezza, il tuo viso liscio e gentile, la tua pulizia delicata e io sento tutto al tatto dell’ultimo “pizzicotto al bacio” della mattina al tuo sorriso.
Sono vecchio, Mammina e stanco.
Vivo il tuo dramma, a chi lascerò in eredità Giovanni?
Non vorrei far soffrire nessuno, come io soffro.
Mi auguro di resistere e andarmene un attimo dopo di lui.
Non vorrei lasciare a nessuno, quello che tu mi hai donato, Mammina.
L’anniversario va sempre celebrato anche quando è fonte di tanto dolore da annientare la speranza di noi insieme.
Bacio, Mammina e questa mattina prima del risveglio sei venuta a trovarmi e il bacio è stato cosa vera.
 

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