Preghiera…
Oh Vittima!
Mia diletta, non abbandonarmi.
Sai quanto io t’ami.
Non ti ho forse dimostrato con accanimento il mio amore?
T’ho sollevato mai dall’oppressione dei miei abusi e soprusi?
Dalle mie regole?
Dimentichi, ingrato, tutti i sacrifici, le privazioni che t’ho obbligato ad affrontare per i miei privilegi?
Ora che siamo quasi alla fine, ora che mancano solo alcune cosette per privarti del tutto di ogni tua prerogativa, diritto, volontà: mi abbandoni?
Ti ho tolto tutto, averi, dignità, diritti inalienabili: l’acqua, l’aria, la libertà perfino, ora non collabori!?
Mi abbandoni!
È vero che la riconoscenza non è di questo mondo!
Ho faticato per tutto questo.
Senza soluzione di continuità, teso a raggiungere l’obiettivo del mio unico bene per far stare a te servo, di riflesso meglio, ora che mi sono logorato per questo e ho bisogno della tua ulteriore collaborazione, mi lasci?
Ingrato!
Vedi il mio polso slogato a furia di menarti fendenti!
Ascolta questo cuore piagato per l’amore che t’ha riversato!
I miei figli che ho sacrificato al tuo bene!
Sacrifici, fatica inutili se tu non mi sorreggi in quest’ultima fatica.
Abbracciami, servo!
Se muoio io, tu mi seguirai; se io mi salvo, tu ti salverai.
Pur in ruoli diversi, il destino ci ha uniti: tu a ricevere io a dare.
Credi che non sia faticoso dare frustate da mattina a sera!
Pensi che io mi diverta?
Tu provi dolore a ricevere, io tantissimo a dartele.
Usa giudizio ancora una volta, Vittima.
Salviamoci dalla catastrofe che tu con la tua resistenza a non ricevere più frustate hai creato, e poi tutto tornerà nella normalità: tu metterai la schiena e io il braccio che governa la frusta.
Come è sempre stato, e sarà.
Ama, Vittima, il tuo Carnefice.
Così sia.
Michele (s. severo 25/05/2010 9.20.01)
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