Ferma…
Occhi posano sul già visto lo sguardo, e di lacrime che scendono percorrono i passi.
Terreno già arato non sfiorano i piedi, che alati alla meta si portano felici.
Giorni recenti di memoria amari, ripongono nella speranza del domani il riscatto.
Ora l’orma calca antiche forme, che del padre conducono i segni e geme.
Sorriso non regge al pianto e lascia il freno:
luoghi rievocano voci e suoni non scordati…
mani assenti tendono al passaggio carezze…
tenerezze di giochi osservati richiamano nenie…
Tornano i conti delle sgambate,
e monelli ancora nudi…
del viso emaciato che di scarlatto -
incanto - offriva le grazie, alcuna ombra.
Il ritorno dolore antico che il presente non sana.
Michele (san severo 04/05/2010 9.48.59)
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