sabato 12 settembre 2009

Sciocca presunzione d’amore

Sciocca presunzione d’amore

Arriva e ti lacera come carta al gelo lasciata.
Lo strappo lo senti che ti tronca violento scardinandoti i nessi.
Sai che nulla è niente può cancellare la legge non scritta della vita.
Ti sei tanto volte piegato, te ne sei fatto custode ragionevole.
Quando sembra che tutto tu abbia provato, e a ogni male vaccinato, anticorpi prodotto…
Sopraggiunge e come sferzata a tradimento stoccata, ti toglie il respiro e sai che le sopravvivrai.
Ti duole e ti torce budella e respiro: oh Dio!
Oh Dio, invochi.
Non l’avevi bandito dalle tue invocazioni?
Sì!
Perché ritorni a illudermi, beffardo?
Non ti ho tante volte invocato e nulla mi hai dato?
T’ho pregato e tanto!
Davanti all’effige tua muta lacrime e lacrime ho versato.
Di padre, di madre, di ogni dolore… e tutto hai ingoiato.
Lacrime e gioie, speranze e disperazione.
Preghiere e sospiri.
Di me t’ho nutrito e mai segno m’hai dato.
Impassibile del mio fiele ti sei abbeverato.
Senza risentimento per lungo tempo ti ho ignorato e pianti disperati solo a me ho elevato.
Eppure stanotte e oggi e tutt’ora t’invoco alla speranza di niente aggrappato.
Hai detto che colui che ha fede in te può smuovere montagne.
Ebbene, io non ho fede, o Signore!
Non potrò mai smuovere neanche me stesso se non con la volontà di ferro che nel tempo ho usurato.
Ma tu che hai fede anche per me, ascolta il suo dolore, Signore.
Dalle tutto ciò di cui lei abbisogna.
Se la vita non può più essere sua, dalle la bellezza.
Tutto quello di cui lei abbisogna per condurre serena i suoi giorni.
Io che son corpo le do il mio che già d’ora lei può disporre.
Offerta vana, lo so.
Inutile preghiera…
Sciocca presunzione d’amore.

Michele (12/09/2009 21.55.11)

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