mercoledì 9 settembre 2009

A l’Amazzone caduta da cavallo…

A l’Amazzone caduta da cavallo…

Eros de l’arco braccio tese, e Cupido
carne toccò dov’or ferita più no regge.
Lacrime, amor furtivo, l’irroran liete,
e spasmi di sopiti piacer la ridondano.

Cor, vissuto d’anni e traversie, asperge
rigoglioso a nuova vita, pascoli stanchi.
Usate erbe e membra al tempo giacenti,
rinsecchiti rami, bocci d’or germogliano.

Meminisse, sofferse e cagion tante, e
mura frappose, e di Mente e di Ratio
operò frattura. Alta in cerebro trasmigrò
anima. Causa in sé operosa cure ascose.

Negletto il tronco di scisse virtù inorgoglì,
e di fieri orpelli e fatui mutui il petto ornò.
Destrier s’impettì e soma appesantì e vane
eruzioni: immensi spazi la disfatta ricoprì.

Tempo i fianchi lavorò, amazòs disarcionò,
e, appiedata e a l’occhi vulnerabile, Amore
dardo scocco al cor mortale, e sangue cola.
Gioie, ansie, dolor rappreso, spacco gronda.

Michele (09/09/2009 10.23.37)

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