giovedì 15 gennaio 2009

Social Card

Chi ha un po’ di anni come me ricorda la miseria e l’umiliazione sua inseparabile ancella.
Si istruivano i bambini:
“Se, a mamma, comare Rosina vi chiede cosa vi siete mangiato?, rispondete i maccheroni con la carne”.
“Ma mamma, non abbiamo mangiato niente!”
“Disgraziate! Dovete dire che ci siamo mangiato maccheroni e carne. Capito!?”
“Ancora uscite fuori e chiedete qualcosa!? Vi ammazzo!”
Ripuliti, coi vestiti rattoppati ma lindi, col fiocco d’organdis in testa, le sorelline, la più grande tenendo per mano la più piccola, uscivano a giocare in strada davanti alla porta.
La mamma girava la testa, tirava fuori una pezza dalla tasca del grembiule consunto, e si soffiava.
Il naso era un pretesto, si asciugava le lacrime che silenziose scendevano rigandole le gote emaciate ma fiere.
***
Il papà e marito, bracciante giornaliero, che la mattina usciva di casa col tascapani con dentro il più delle volte un mezzo mattone sannita.
Era il suo tozzo di pane.
A mezzogiorno, durante l’interruzione pranzo, Peppino, allampanato come una pertica, col tascapani sotto il braccio e il coltello da innesto in mano, si allontanava per dare a vedere di consumare il suo pranzo: “Mangiando, mangiando faccio un po’ di verdura per accompagnare il pane e … (si potrà mai misurare il dolore di quella pausa?) ne porto un poco a casa”.
“Peppino, vieni qua. Vedi quella femmina (la moglie) quanta roba mi ha messo!? Chi se la mangia!”
“Tieni metà.”
Michele, comunista iscritto alla IV sezione, sapeva che l’allontanamento di Peppino mascherava l’umiliazione di non poter consumare un pezzo di pane e così divideva il suo già scarso pranzo col compagno più disgraziato di lui.
***
Passando davanti alle vetrine dei pochi negozi, fazzoletto in testa e sguardo basso, il passo diventava più spedito: “Mamma, mamma vedi…”, uno strattone smorzava l’esclamazione, “Statti zitta! Non abbiamo tempo. Guarda avanti e cammina. Te la fa mamma la vestina bella… Vedrai, sembrerai una Reginella”.
***
“Noi la spesa la facciamo con i soldi! Non andiamo da Ferrucci (il nome del negoziante alimentare) con la carta in mano”.
Molto probabilmente se andava lei, o tutti coloro che erano nella stessa condizione “con la carta in mano”, nessuno li avrebbe fatto una lira di credito.
Sì, per quelli che non hanno gli anni per saperlo: la maggior parte degli impiegati e insegnanti, cioè tutti coloro che avevano uno stipendio fisso, assicurato, usufruivano della possibilità di fare la spesa a credito.
Si recavano presso gli esercizi di fiducia, quasi sempre coincidente con quello più vicino a casa, con “la carta” – un foglio, appunto, di carta dura di colore giallo, quella che serviva per incartare pane, pasta ecc., piegata in quattro - e su questa giorno dopo giorno veniva “segnata” la spesa.
Non credete fosse un privilegio!?
La vergogna di queste signore – che si differenziavano dalla massa per l’abbigliamento più curato - la si leggeva negli occhi e nei gesti furtivi nel consegnare la carta.
A fare da cornice, poi, l’arroganza del commerciante che, conoscendo tutti per nome, quando in attesa stava chi pagava in contanti e chi con la carta, dava la precedenza al portatore di denaro con le scuse più banali ed infantili.
“Lina, fammi sbrigare il bambino così torna subito a casa.”
“Ma Armandino, io sto prima e debbo andare a cucinare!”
“Sì, Lina cara, ma il bambino paga.”
***
Sebbene non sia molto avanti negli anni, di questi episodi sono stato testimone.
La mia condizione da bambino è stata di quasi privilegiato, di non bisognoso avendo avuto per papà un medio agricoltore.
Ho conosciuto poi, a seguito della morte molto prematura di mio padre, la condizione del bisogno.
In ogni modo, gli spezzoni di ricordo appena riportati hanno segnato fin d’allora la mia coscienza e la mia appartenenza civile e intellettuale.
Ne sono fiero!
Orgoglioso e pietoso come quelle mamme.
Dignitoso e umile come quel padre e marito.
Arrabbiato e altero come la signora Lina con la carta.
La social card a chi?

N.B.
Perché l’umiliazione di una carta dei poveri?
Perché non dare quella stessa somma tutta in una volta, in maniera tale che il beneficiario potesse realizzare qualcosa?
La verità!?
Attraverso il porgere minimo alla mano tesa, si mantiene il controllo di quella mano!
Essa non si solleverà mai minacciosa verso il proprio benefattore.
Attenzione!, o uomini della Casta, governativa e di opposizione, centrale e periferica, la “gente” ha memoria corta, cangiante e labile, ma il Popolo ha memoria lunga, stratificata e stabile.

1 commento:

  1. Scrivevo questo articolo qualche mese fa, ancora non si sapeva che era una truffa a danno dei poveracci. Recriminavo per l'umiliazione. Avevo sottostimato la perfidia del duo Cavaliere-Tremonti.

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