venerdì 27 agosto 2021

L’antenna dell’intellettuale

L’antenna dell’intellettuale
 
I social hanno portato alla scrittura coloro che mai avrebbero preso la penna in mano nella vita per registrare un proprio pensiero.
Permettono alla “casalinga di Voghera” di scrivere come parla, all’uomo comune d’esprimere il sentire comune che il più delle volte è volgare non solo nella parola, ma nel pensiero.
È democrazia?
No!
È imbarbarimento del sentire e la vittoria dell’ignoranza sul pensiero.
Così la volgarità della parola e del pensiero marciano uniti nella distruzione del colto, della storia, dell’educazione, del civismo, della socialità, del sentire alto nutrimento dell’uomo.
A ciò si aggiunge la ricerca del consenso dei mezzi di comunicazione e della politica.
Costoro colpevolmente rincorrono il peggio per fare audience e conquistare elettori.
Un passo in avanti a dare la parola a tutti, un arretramento pauroso della cultura e la civiltà.
Questo è ciò che è accaduto, e il parto è l’Ignoranza al potere.
Movimento 5 Stelle, Lega, Berlusconi e Renzi.
Poi sappiamo dalla storia che il servo è servo sempre, e gli acculturati e gli aspiranti alla gloria a salire sul carro del vincitore.
L’intellettuale è scomparso.
Gli pseudo intellettuali vocianti del nulla sul carro e nella maggior parte dei casi i più servi dei veri servi.
Questo è il quadro!
Chi non è d’accordo o è deficiente, o è in malafede.
Interessato.
Totò affermò che egli nobile lo nacque.
Non sono nato intellettuale.
Ho studiato per fame di sapere e comprensione.
Capire, capire, capire …
E naturalmente senza volerlo all’Alfieri, ma con molta umiltà e tanta consapevolezza socratica, sono approdato all’impegno culturale, sociale, politico, sindacale, civile, umano …
Ingenuamente attento a ogni sirena e nessuna mi ha incantato.
Nessuna!
Ero di sangue rosa per i comunisti, traditore per coloro che s’aspettavano riconoscenza d’appartenenza, scomodo gazzettiere per qualsiasi editore.
Non ho piegato la testa davanti alle minacce, querele, ritorsioni.
E quando tutte le porte dell’intellettualità sono state a me sbarrate, mi sono adattato a tutti i lavori.
I più umili e faticosi, ma i “Lor Signori” non hanno avuto un millesimo della mia pelle, un’oncia della mia benevolenza.
Da cincinnato e contro voglia sono approdato sui social.
Ho mantenuto sempre la barra dritta e non mi sono mai piegato a nessuno.
Il potere non è mio amico e non ho aspirazioni di sorta.
Sopra tutto e tutti c’è il mio pensiero nell’onestà del sentire.
Il dubbio che mi divora.
Poi la chiarezza dello scrivere e non avere scheletri.
Ho scritto male di Berlusconi, di Prodi, di D’Alema, di Renzi e di ogni arroganza e abuso, sopruso.
Pensate possa fermarmi davanti a soggetti alla Salvini, Di Maio, Conte e depotenziati mentali simili?
Ignoranti suffragati da ignoranti e razzisti.
L’essere stati eletti non rende santi, né unti da Dio e neanche pone al di sopra delle regole qualcuno.
Chiaro?
Nessuno, cari neofiti di Salvini o ministro della mala vita.
Alcuno, cari depotenziati mentali e diversi antropologici infatuati del Movimento 5 Stelle.
La Costituzione e le leggi, il diritto positivo e i diritti inalienabili dell’uomo sono la guida.
Mia senz’altro, insieme alla mia etica delle responsabilità, la mia cultura, il mio sentire.
Aggiungo per i scopritori tardivi del dialogo o della dialettica, che l’incontro e l’ascolto va esercitato con il pensiero e la parola, non con chi ha nulla da dire se non la propria ignoranza crassa.
Quale incontro e dialogo può esserci con chi nega la scienza e la cultura, la civiltà.
Con i razzisti e i fascisti.
Costoro vanno lottati e sconfitti e portata la società alla civiltà della parola e del pensiero.
Al rispetto.
Fatevene una ragione voi che mi leggete e voi che vi siete allontanati: lettori, amici e amiche.
Dirò sempre quello che penso nella civiltà della Parola e nel rispetto delle regole.
Nessuna acquiescenza da parte mia, né timore, e se volete allontanarvi tutti, nessuno vi tiene legati.
Siete liberi, andate!
Alcuna ipocrisia, anche se non dimentico con François de La Rochefoucauld che, “L'ipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù”.
 
Michele Cologna
San Severo, lunedì 27 agosto 2018
11:37:32
 
 
 
 
 

 

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