domenica 4 luglio 2021

“Chi glielo ha fatto fare …”

“Chi glielo ha fatto fare …”
 
E questa mattina, anche ieri in verità, alla lettura della notizia, e mi tormenta il detto che non si sente più pronunciare, “chi glielo ha fatto fare”.
Io ragazzo e anche giovanotto, lo sentivo spesso.
Poi, man mano e con gli anni, qualche volta e poi del tutto scomparso.
Ti sembra un’affermazione non opportuna, se non sconcia.
Eppure la riflessione è d’obbligo.
E il senso.
Ti accadeva una disgrazia per un qualcosa che non stava nelle regole e nelle prerogative tue, individuali e il primo commento all’ascolto d’essa era, “chi glielo ha fatto fare”.
È memoria del ragazzo che fui.
Un agricoltore che conoscevo, cade dalla meta di paglia e muore.
Il commento che segue e non di una sola persona, ma di tutti: “Chi glielo ha fatto fare!”.
Poi le altre affermazioni.
Era tirchio, incontentabile, avido e tutte le motivazioni ad affermare che quella morte se l’era cercata lui per i suoi palesi difetti.
Era un mestiere pericoloso il “metaiolo” e andava esercitato da chi ne aveva contezza e arte.
La moglie s’era recata in stalla a governare il mulo, un calcio l’ha stecchita.
Più articolati i commenti.
Sempre il solito “chi glielo ha fatto fare”, ma anche condanna del marito e discussioni.
Anche questo accadimento nella memoria del bambino e sento ancora il dolore dei figli che avevano perduto la mamma.
S’era recato al laghetto per l’irrigazione a pescare.
Il giovane affoga.
“Chi glielo ha fatto fare!”
Come se alcuna pietà.
Potrei andare avanti e la memoria me ne fornisce di casi, ma il senso di allora e d’oggi.
Oggi l’affermazione e uno educato a quell’antico senso la pensa, ma non la pronuncia e io ieri alla lettura della notizia l’ho pensata e ancora mi frulla nella testa.
Un’escursione in alta quota e perdono la vita per congelamento.
Chi glielo ha fatto fare!
Ragazze coraggiose che amavano la vita e …
Ma amare la vita significa immolarla?
Se non sei preparato, allenato, ben equipaggiato e …
Ami la vita o sei fornito di poco senso d’essa e delle tue possibilità?
Ti fa rabbia, perché una vita non la si butta così.
Ecco il senso antropologico dell’affermazione “chi glielo ha fatto fare”.
Il senso che sta ancora nell’uomo e non fuori d’esso.
Nell’azione che può essere fare il metaiolo senza avere competenze, come andare a governare il mulo senza essere del mestiere, andare a pescare con ardimento non supportato, un’escursione perché si ama la natura e si è coraggiosi.
Ma è detto dei pavidi quel “chi glielo ha fatto fare”?
No e poi ancora no!
È del Senso antropologico e del rispetto della vita che non deve, leggete bene, non deve essere messa in gioco da azioni fatue e sciocche.
Ma la considerazione della vita non sta più nel senso d’essa e nel sacro d’essa, anche senza aderenze religiose.
Sta nell’azione che consuma e sei se stai in quella dissennata!
Non nel senso antico di preservarla, quello del divertimento e in esso consiste.
Povere ragazze, povero mondo!
La normalità e il buon senso, come preservare il dono più prezioso che ci è stato dato la vita, offendono.
Non si può morire di lavoro e”le morti bianche” sono indecenza indescrivibile di una civiltà che tale si definisce.
Ma le morti per vacanze sono inconcepibili e andrebbero lottate con il piglio della civiltà e non con l’alzata di spalle del consumo e definire “coraggiose” due sprovvedute in primis della vita e poi del rischio.
So che tantissimi non condivideranno questo mio scritto.
Ma io non voglio né piacere, né compiacere.
Ho espresso solo il mio pensiero addolorato, due bellissime ragazze non ci sono più.
E non dà pace che la colpa sia solo loro, come la morte bianca per disattenzione.
 
Michele Cologna
San Severo, lunedì 5 luglio 2021
07:39:14

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