venerdì 15 marzo 2013

L'identico

Nella discontinuità dell’identico i giorni.
E consumano gli anni che succedono a sé uguali.
Uno solo e tutti l’uomo li avrebbe vissuti se la scissione che estrapolando da sé la cosa, non l’avesse forgiata ente.
Non siamo più la cosa ma la sua proiezione e camminandoci sopra, culliamo l’illusione.
Parvenze, misuriamo il tempo che non sentiamo se non nella discontinuità e non della cosa, ma dell’ombra che l‘attraversa.
Ombre di niente e attraversiamo d’ombre il nulla.
La fine e l’inizio successione dell’identico.
Sempre.
Senza fine mai nell’eternità dell’attimo.



Michele Cologna
(30 dicembre 2012 - 10:10)



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