venerdì 10 novembre 2023

La mattina …

 

La mattina …
 
La mattina, oggi, e l’altro ieri, giovedì, da ricoverato ho fatto ancora la toracentesi.
Un litro e mezzo.
Il mio polmone destro si crede vacca e produce, liquido pleurico.
Sì, erano trascorsi due mesi e due giorni dalla precedente, ma è sempre una quantità considerevole.
Urgono provvedimenti e lo farò.
Nonostante la forte debilitazione, a liquido estratto, sono rinvigorito.
Ebbene, martedì prossimo farò il vaccino contro il Covid, alla faccia degli stupidi e ne sono tanti.
Già è sempre incinta la loro mamma.
Una quindicina di giorni fa ho fatto quello antinfluenzale.
Dovrei essere al riparo.
Ma la mattinata, la giornata è particolare.
Non perché la Schlein abbia proclamato lo sciopero, importantissimo, contro la Borgatara, penosamente vestita e aspirante ducetta, ma nella mia vita è stato giorno miliare.
11 novembre 1967 e insieme con la mia donna, ragazzina allora, decidemmo il destino.
Le ho dato la mano, mentre il caffè lei e io con il latte e il miele, e sono scorsi cinquantasei anni.
I nostri insieme.
Mi emoziono e mi tengo stretti i palpiti di vita e figli, nipoti e sofferenze e gioie.
Affanni, sopravvivenze e impercettibili distrazioni monastiche.
Ora et labora e Dio è stato generoso.
Dicevano i vecchi segnandosi, mio padre anche, il mattino, prima di coprirsi il capo, “Dio non peggio”.
E, se non questo mio ultimo, il Signore ci ha tenuto tutti in salute fisica e intellettuale.
L’undici novembre di cinquantasei anni fa, con l’innocenza e l’incoscienza che solo i ragazzi sanno avere, io e Tonia abbiamo intrapreso la nostra vita insieme.
Stiamo camminando ancora e la devozione delle sue mani, a me debilitato fisicamente, sono la migliore medicina.
Ripeto a tutti che, se avessi saputo le sofferenze, non avrei fatto l’intervento.
Ma quando ti ho vicino Tonia so che le mie hanno una ragione, Tu.
È meraviglioso tenerti al fianco e di più la nostra.
Sarà mattinata, Tonia, giornata che non farà rumore, la Borgatara non cadrà e la sua arroganza crescerà, ma il terremoto che vivo dentro e certo anche tu, è lungo cinquantasei anni, quattro figli, quattro nipoti e tante intense emozioni, che nel bene e nel male, ci hanno portato alla vecchiaia.
Canizie della quale rendo grazie a Dio e ai nostri genitori.
Non solo perché ci hanno messo al mondo, ma ci hanno saputo dare quella qualità che ci ha tenuto insieme e ancora.
Finché morte non ci separa.
Scritto che dedico a Te, i nostri Figli, i Nipoti e tutti coloro che conservano quel Senso, tanto bene racchiuso dalla formuletta, cum grano salis.
Con un pizzico di sale.
 
Michele Cologna
San Severo, sabato 11 novembre 2023
07:16:32
 
 
 
 

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