lunedì 7 marzo 2022

… e mi chiedevo

… e mi chiedevo
 
L’ora era tarda, ma non riuscivo a prendere sonno.
Quale fosse stato l’ultimo pensiero di mio padre.
Da meno di dieci minuti m’aveva lasciato raccomandandomi, “Fai tutto bene, papà e poi se facciamo in tempo torni a scuola, altrimenti l’anno prossimo”.
Stavo arando con il trattore e non completai un giro.
La figlia del salariato mi correva incontro, “Corri tuo padre sta male”.
Non spensi il trattore scesi e il cuore in gola.
Arrivai e lui giaceva appoggiato al gradino di pietra davanti la casa.
Gli stava vicino il salariato e la moglie, non ce la facevano a spostarlo sul letto.
Non so quale Dio mi diede la forza e riuscimmo a stenderlo, aveva nella mano destra il tubetto delle pillole che doveva prendere a ogni accenno di dolore.
Il secondo infarto lo stroncò.
Con quale pensiero se ne andato il Padre mio?
Tante volte ci ho pensato e questa notte insonne mi ossessionava.
E la mia mammina?
Forse di lei so l’ultimo suo.
A un paio d’ore precedenti l’ultimo respiro, con lucidità drizzò la testa e chiese alla sorella mia Carolina, sua figlia, “Quando mi portate a fare la terapia?”.
Non voleva morire la Mamma mia e non per egoismo, aveva il Figlio da accudire.
Giovanni, che mi aveva raccomandato tante volte e mai mi credette.
L’avrei custodito e curato io.
Ma ero bugiardo.
E mia sorella Carolina?
Sola.
In una terapia intensiva a Brindisi, senza un fiato vicino.
Uno.
Mi dispero.
La lontananza e il da fare, il tempo e il rinvio.
Domani.
Non ci fu e la notizia.
Sola, sola come un cane e non conosco pensiero.
La speranza che non comprendesse è l’unica a lenire la colpa e il dolore.
Mio cognato Mario?
Le mie amate cognate Lina e Soccorsa?
La mia Mammà con l’ultimo suo sguardo a me che avevo tradito la promessa?
Non riuscii a mantenere il patto e la fiducia, “Voglio morire nel mio letto”.
Avevo sopravvalutato le mie capacità, oppure non conoscevo bene la disumanità del sistema ospedaliero?
Ma il dolore di quella promessa mancata mi brucia.
Ferita che non sana.
Lina al mio pianto disperato, “Michele, verrò a stare a San Severo in ogni modo, da viva o da morta”.
Non andò così, perché le volontà dei morti non si rispettano e fui dal marito additato bugiardo.
Mario e il giorno precedente il decesso, mi prese la mano e non ci fu modo di liberarla.
Dovettero intervenire gli infermieri, temevo lo strappo.
Cosa il suo pensiero divorato dall’alzheimer?
Soccorsa, con gli occhi nei miei fissi, “Che pensi, Michele, sto per morire?”.
Piango scrivendo, ma questa notte no!
Ero roccia che pensa.
Qual è stato l’ultimo pensiero della donna che fuggiva dalle bombe di Putin, stroncata insieme a tutta la famiglia?
Quale dell’uno, dell’altro e dell’altro?
Quali?
E noi siamo civili?
Noi che non ci poniamo questi pensieri, ma le opportunità.
Le convenienze?
La paura della guerra totale?
Ma che Uomo è questo nostro?
Papa Francesco ha la preghiera, io no.
Il mio Dio è immanente alla mia ragione e si interroga.
Dispera.
 

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