giovedì 6 gennaio 2011

Homo homini lupus

Homo homini lupus.
Cosa impedisce che questa condizione verità trovi in ogni occasione, circostanza, momento, pratica applicazione?
Perché non ci si scanna pur essendo a volte molto prossimi a farlo?
Cosa trattiene dal compiere il gesto, mettere in atto l’azione che decreta l’affermato?
L’appartenenza!
Se consideriamo bene il concetto, ne teniamo presente il significato profondo, riscontriamo come il cemento delle relazioni sia l’appartenenza e non l’altro, l’amore che pur superandola per intensità di sentimento non salda i rapporti come questa.
Padre e figlio che si sono amati e a tappe hanno raggiunto l’odio, vengono trattenuti dal praticare la soluzione finale dello scontro dal vincolo dell’appartenenza che nonostante tutto regge al di là dello stesso amore da tempo cessato.
Questo è vero per i fratelli, per l’amicizia e la stessa coppia.
Si può passare dall’amore al detestarsi, all’odio, ma se non cessa l’appartenenza il dolore non si placa.
Solo la cessazione di questo cemento che molto spesso ci neghiamo nei rapporti affettivi, fa venire meno la sofferenza.
Ciò è vero anche nel concetto più esteso di cittadini di uno stesso Paese e di uomini in generale.
Questo cemento che mai nessuna idea, religione aveva esteso all’umanità, si insinua e diventa realtà con la Modernità attraverso il Diritto.
Questi radicava a leggi universali l’appartenenza.
Al Diritto Positivo e ai Diritti dell’Uomo.
Poiché non debbo fare la storia la sintesi rende bene l’idea.
Ora cosa accade che il diritto, pur restando sulla carta, viene disatteso, raggirato, stracciato, vilipeso nei rapporti tutti: internazionali, nazionali, tra genti e uomini.
Se siamo attenti, notiamo come ci si divide per religione, fede, territorio, razze, etnie, municipi e via discorrendo.
Non solo tra genti e popoli, ma in uno stesso Paese s’inventano etnie e cretinate atte a porre in crisi il diritto facendo leva su spiriti premoderni.
Paesi già catturati dalla nuova barbarie praticano l’assassinio e la guerra per bande e nessuna forza ormai è capace di fermarla.
Sta accadendo tra Stati e in essi in maniera latente.
Tempo!
L’Italia che precorre da sempre in negativo con il tempo le tappe è a buon punto.
Il Diritto in questo Paese è stato fagocitato da un potere – nel potere è contemplato sia chi governa, sia coloro che s’oppongono, non si faccia confusione – paramafioso elevatosi a casta, occupando ogni spazio di civiltà, della modernità.
Dall’infima periferia, al cuore del governo del Paese una casta ha trasformato il potere in dominio e ha cancellato le regole e per farlo ha praticato e pratica la separazione seminando odio e privilegi.
Ha rotto e continua nella demolizione del diritto e con esso dell’appartenenza, senza rendersi conto che il cemento di questa protegge anche lei.
Quando il diritto cede il passo alla forza del clan, ogni ordine si sente legittimato a praticarla.
Le prime manifestazioni ci sono.
Fino a quando le forze dell’ordine fuori dalla casta ubbidiranno?
Faremo entrare nella casta anche loro?
E poi, chi?
L’appartenenza che nelle società moderne, si esplica attraverso il diritto è il cemento della civiltà.
Ricordatelo Pezzenti che dominate questo disgraziato Paese!
Dopo il diritto, c’è solo la guerra per bande, e poi l’uomo contro l’uomo.
È questo accadrà senza alcuna sofferenza, perché l’appartenenza è cessata!
Siamo nelle prossimità!
Homo homini lupus.

Michele Cologna (San Severo 06/01/2011 12.11.20)

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