martedì 21 settembre 2010

Ore...

Poggia l’imbrunire il manto,
e sera con la sua quiete scura,
stempera il tempo e le voci.
L’occhio stende
e cercando fonde gli orli e
all’incerto tende la mano.
Tace il cuore
e nella luce riposa l’ansia,
mentre nell’ombre il pensiero
corre il non finito.
Ore, scure ristoratrici,
voi che dimorate la mia, e nel buio
me soccorrete a reggerne il peso,
dite:
l’uomini, tutti v’invocano sorelle?
E son gli stessi i travagli?
I crucci?
E di color che nell’attesa stipano fame?
I bimbi?
Quelli che, succhiando mammelle secche d’asciutte mamme, nutrono lamenti?
Guerre, violenze e stupri?
Oh Notte, riposa!
Placa l’uomo, è stanco.


Michele

(san severo martedì 21 settembre 2010)

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