mercoledì 8 settembre 2010

Assorto

Assorto lo sguardo assiso
sopra l’orgogliosa terra
guatava il tempo.

Erano passi bambini
e percorrevano ordini
di calpestate virtù.

Visi rubizzi e giumente e
redini d’odori coprivano
covoni d’arse giornate.

Ombre accaldate – faccettoni,
visi nascosti - di turgide poppe
si porgevano a bocche di latte.

Sorrisi, d’ammiccanti voglie,
nascosti al vigilante di grata
sorte, nascondevano invidia.

Fatiche d’anni amari e ansie
d’ambiti traguardi; conquiste
attese e consumati approdi.

Scivola ora canuto l’occhio,
misura e non trova il senso.

No.

Lei è lì eterna nell’indifferenza.
Non rende felicità a patimenti e
privazioni.
Né di figli, né di tormenti sa e
il destino ignora.

Piega il giornale nelle mani lasse
e il giorno che volge alla sera.


Michele

(San Severo 07/09/2010 12.47.23)


Faccettone, grosso fazzoletto che nascondeva la faccia al sole tenendola all’ombra.

1 commento: