Assorto lo sguardo assiso
sopra l’orgogliosa terra
guatava il tempo.
Erano passi bambini
e percorrevano ordini
di calpestate virtù.
Visi rubizzi e giumente e
redini d’odori coprivano
covoni d’arse giornate.
Ombre accaldate – faccettoni,
visi nascosti - di turgide poppe
si porgevano a bocche di latte.
Sorrisi, d’ammiccanti voglie,
nascosti al vigilante di grata
sorte, nascondevano invidia.
Fatiche d’anni amari e ansie
d’ambiti traguardi; conquiste
attese e consumati approdi.
Scivola ora canuto l’occhio,
misura e non trova il senso.
No.
Lei è lì eterna nell’indifferenza.
Non rende felicità a patimenti e
privazioni.
Né di figli, né di tormenti sa e
il destino ignora.
Piega il giornale nelle mani lasse
e il giorno che volge alla sera.
Michele
(San Severo 07/09/2010 12.47.23)
Faccettone, grosso fazzoletto che nascondeva la faccia al sole tenendola all’ombra.
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