giovedì 23 dicembre 2021

È Natale …

È Natale … 
 
Non c’è gioia e serenità.
Camino al quale scaldarsi, prospettiva.
L’anno scorso il Covid se l’è mangiato, quest’anno se non pure, in forse.
Per i festaioli i divieti ed è cosa buona.
Per le persone normali la possibilità di stare insieme.
Con i propri cari sempreché vaccinati, altrimenti …
Il vaccino ha portato un po’ di stabilità nei cuori e nel Paese.
Se ne va Mattarella ed è perdita.
Resta Draghi ed è disponibile come Nonno prestato alle Istituzioni.
Certo i nipotini di Berlusconi sperano nel proprio.
Ma pensate un Salvini e un Renzi.
Anche il Bimbo avrà grosse difficoltà a scendere dalle stelle.
Così …
Tutti ci stiamo attrezzando a celebrare il nostro.
Una volta il Natale era uno.
Pardon, due.
Il Natale di chi poteva e quello di chi no.
Di chi beveva e degli apota.
Non per cultura, ma necessità e condizione.
Stavano “a padrone” da mio Padre, molto avanti negli anni, vecchi, Palmina e il marito Matteo.
L’appellativo “zia” e “zio” per rispetto all’età.
Più per carità cristiana che per necessità.
Zio Matteo era addetto a governare i cavalli.
Zia Palmina a niente se non la cura del marito e “le racconte” a noi bambini.
I racconti erano verità e mito, povertà senza storia e speranza.
Quanti figli avessero zia Palmina e zio Matteo e spesso si litigavano.
Dove fossero?, “sparsi per le Puglie a padrone”.
Dei tanti e senza storia e presenza, di uno solo avevano certezza e stava in San Marco in Lamis.
Il loro paese natio.
Poi?
Non avevano casa, e il Natale nella speranza di un ritorno.
Indefinito per reali possibilità.
Dove stavano?
Nei pianti.
Le lacrime silenziose di zia Palmina.
E scendevano, scendevano …
Poi c’era quello della tradizione e si osservavano pranzi e riti.
Asciutto come il severo mondo contadino e il senso che teneva le sponde.
Un fiume d’acque benedette come il sangue vivo del Tempo.
Austero il mio, ma “già” più frivolo in alcune voci di compagni di scuola.
Oggi il Natale è Tutto in quel “Già” precedente che ingigantito ha fagocitato “Ogni”.
Senso.
Non nascono bimbi e che ci viene a fare Lui?
Dovrebbe scendere Negro, ma pensate cosa accadrebbe nella casa di coloro che dovrebbero accoglierlo?
Vero, Bergoglio?
Tu i cappelletti della Nonna e senti giusta nostalgia.
Qui da me la “zuppetta” e la “minestra mischiata”, il brodo rigorosamente d’anatra.
Il germano reale.
Il tacchino era per i palati meno raffinati.
E non c’è ritorno e ritrovarsi.
Neanche la famiglia esiste più.
S’è sciolta.
È diventata liquida.
Come liquida la cultura senza fratelli.
Solipsisti e somatari.
Neanche un asino e un bue a dare fiato.
 
Michele Cologna
San Severo, venerdì 24 dicembre 2021
07:44:42

https://www.facebook.com/michele.cologna/posts/10226814263413695

https://www.facebook.com/michele.cologna


Nessun commento:

Posta un commento