domenica 26 dicembre 2021

Per il genetliaco di Stefania 2021

 

Per il genetliaco di Stefania 2021
 
 
Forse la felicità è avere la poesia nel cuore e non nella testa.
Io questa mattina e il mio cuore creava.
Quella di ieri nostra …
Da quando, o forse non c’è stato mai un momento così.
Numerosi per la prima volta dell’ultima nascita e la gioia nuova.
Trovarsi, ritrovarsi …
In altri tempi si sarebbe detto “dopo la peste”, ma il dopo non è arrivato ancora se non la scienza che lo ha anticipato.
Il vaccino e l’osservanza ci hanno consentito il rientro che è il Natale.
Abbiamo celebrato il vero Natale che ci fa nuovi alla vita che ci aspetta.
E tu come allora, l’inizio, sei stata la Prima.
A tavola di fronte e ti osservavo.
Sei la Madre mia, tua Nonna, non solo nei tratti.
Nello sguardo, la dolcezza, la fronte che parla, Stefania.
Gli occhi tuoi si riempivano di loro e io ti ho vista Mamma felice.
La tua ragione è oltre, Figlia mia.
Sono due gioielli senza valutazione e prezzo.
Perla Monica, perla Riccardo e l’unicità.
È lavoro tuo, perché davvero tu sei unica.
Padre giovanissimo fantasticavo temendo e le apprensioni.
Come ti avrei difesa dal mondo e ora più reggo alla lacrime.
Piazza Fontana, gli scioperi, la precarietà, la mia terra lontana …
L’estraneità.
Ci siamo riusciti io e la mamma tua.
Viatico che ci conduce al momento, questo.
Buon compleanno Stefania.
Auguri
, figlia mia adorata.
Gonfio è il cuore e tu sai.
Ossimoro la vita che nello stesso giorno ti fa scalare le stelle e ti precipita.
Il mio pensiero alla zia tua, mia sorella Carolina che ti ha amato.
Oh come ti ha amato, Stefania!
Bagno di gioia e di lacrime, lo scrivere mio.
Non potevo non bagnarmi, Stefania.
Tra poco la casa si metterà in festa e io vi aspetto appendice di ieri.
Oso, Stefania di papà.
Sì, siamo proprio quella Famiglia che ho cercato e per la quale ho lavorato una vita.
Grazie a tutti.
Alla Mamma che mi è stata vicina e non è stato facile.
A te, Stefania, a Leonardo, Barbara e Pamela.
Vi lascio la mia volontà in eredità che voi conoscete bene.
Ho fiducia, e con Pamela con la quale più corrono questi ragionamenti …
Come sposi ci siamo promessi.
Auguri
ancora per l’onomastico tuo e di tuo marito.
Il Santo protomartire che dette la vita per la fede.
È atto di Fede, questo nostro Amore.
Grazie.
 
 
Michele Cologna
San Severo, domenica 26 dicembre 2021
08:16:52
 
 
 
 
 

giovedì 23 dicembre 2021

È Natale …

È Natale … 
 
Non c’è gioia e serenità.
Camino al quale scaldarsi, prospettiva.
L’anno scorso il Covid se l’è mangiato, quest’anno se non pure, in forse.
Per i festaioli i divieti ed è cosa buona.
Per le persone normali la possibilità di stare insieme.
Con i propri cari sempreché vaccinati, altrimenti …
Il vaccino ha portato un po’ di stabilità nei cuori e nel Paese.
Se ne va Mattarella ed è perdita.
Resta Draghi ed è disponibile come Nonno prestato alle Istituzioni.
Certo i nipotini di Berlusconi sperano nel proprio.
Ma pensate un Salvini e un Renzi.
Anche il Bimbo avrà grosse difficoltà a scendere dalle stelle.
Così …
Tutti ci stiamo attrezzando a celebrare il nostro.
Una volta il Natale era uno.
Pardon, due.
Il Natale di chi poteva e quello di chi no.
Di chi beveva e degli apota.
Non per cultura, ma necessità e condizione.
Stavano “a padrone” da mio Padre, molto avanti negli anni, vecchi, Palmina e il marito Matteo.
L’appellativo “zia” e “zio” per rispetto all’età.
Più per carità cristiana che per necessità.
Zio Matteo era addetto a governare i cavalli.
Zia Palmina a niente se non la cura del marito e “le racconte” a noi bambini.
I racconti erano verità e mito, povertà senza storia e speranza.
Quanti figli avessero zia Palmina e zio Matteo e spesso si litigavano.
Dove fossero?, “sparsi per le Puglie a padrone”.
Dei tanti e senza storia e presenza, di uno solo avevano certezza e stava in San Marco in Lamis.
Il loro paese natio.
Poi?
Non avevano casa, e il Natale nella speranza di un ritorno.
Indefinito per reali possibilità.
Dove stavano?
Nei pianti.
Le lacrime silenziose di zia Palmina.
E scendevano, scendevano …
Poi c’era quello della tradizione e si osservavano pranzi e riti.
Asciutto come il severo mondo contadino e il senso che teneva le sponde.
Un fiume d’acque benedette come il sangue vivo del Tempo.
Austero il mio, ma “già” più frivolo in alcune voci di compagni di scuola.
Oggi il Natale è Tutto in quel “Già” precedente che ingigantito ha fagocitato “Ogni”.
Senso.
Non nascono bimbi e che ci viene a fare Lui?
Dovrebbe scendere Negro, ma pensate cosa accadrebbe nella casa di coloro che dovrebbero accoglierlo?
Vero, Bergoglio?
Tu i cappelletti della Nonna e senti giusta nostalgia.
Qui da me la “zuppetta” e la “minestra mischiata”, il brodo rigorosamente d’anatra.
Il germano reale.
Il tacchino era per i palati meno raffinati.
E non c’è ritorno e ritrovarsi.
Neanche la famiglia esiste più.
S’è sciolta.
È diventata liquida.
Come liquida la cultura senza fratelli.
Solipsisti e somatari.
Neanche un asino e un bue a dare fiato.
 
Michele Cologna
San Severo, venerdì 24 dicembre 2021
07:44:42

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sabato 18 dicembre 2021

… o dell’animo fascista

… o dell’animo fascista
 
 
Non so voi, ma a me è capitato.
Forti scontri con Comunisti e Testimoni di Geova.
Anche con Cattolici integralisti e Democristiani.
Missini.
Grillini e No Vax.
Militanti d’ogni ideologia.
Cosa accomuna la diversità di costoro?
Lo stesso identico animo.
Immaginano un mondo a loro somiglianza e Tutti coloro che non stanno con loro, sono il nemico.
Non da sconfiggere, ma abbattere.
Hanno la perfezione dell’ideologia dentro che si nutre di illusione e non di realtà.
Si dà colpa all’ignoranza.
Alla ascientificità dei soggetti.
Alla incultura e l’inciviltà.
L’asocialità.
Ebbene questi sono corollari.
La ragione vera sta nella propensione Fascista del loro essere.
Dell’Animo.
Come quello del Maschilista.
(Vogliamo aggiungere anche quello Femminista?)
Tutti gli integralismi hanno radice comune, l’intolleranza che cancella diversità e diritti.
Più pericolosi quelli che si muovono ispirati dall’Amore.
Questo è di Dio e Loro.
Quello di Dio però è insufficiente perché include e non esclude.
L’Amore puro, Loro.
Volete la prova?
Non dovete allontanarvi troppo da voi.
È cosa buona incominciare da sé e poi allargare il cerchio …
Al genitore.
Al fratello.
All’amico, al conoscente, al collega, al compagno.
Al camerata.
Operazione necessaria per sporcare la propria purezza e osservare.
Osservarsi.
Chi riscontra in sé l’insufficienza dell’altro è sulla buona strada.
Ma è percorso che non finisce se non con la morte propria.
Se alla prova si fa verità la consapevolezza dell’animo fascista, si spoglia ogni verità ideologica e la si vede nuda.
Nel nudo sta la nostra e quella dell’altro e la realtà maestra.
Abbiamo imparato però, che la realtà è molteplice tanto quanto gli angoli visuali.
La bestia è domata, ma non per sempre.
Resta.
Con l’attenzione costante e mai la sufficienza del domatore.
 
Michele Cologna
San Severo, domenica 19 dicembre 2021
07:46:48

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lunedì 6 dicembre 2021

inanime lei

inanime lei
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sì la rondinella ne l’acqua
inanime giacea e
de il bimbo la pace godea
lo guardo
 
mentre egli con la galetta
il recupero tentava
felice si pensava senza ...
spaventando
 
a le lacrime de la mamma
correa e si dimandava chi
cosa lei no più al riparo de
le bagnate sue cure
 
e più resistette guerriero
d’alcun arma sol di pianto
al suo che di tanto amore
amava il padre
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michele cologna
san severo lunedì 6 dicembre 2021
07:37:38
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giovedì 2 dicembre 2021

Lucida follia ...

Lucida follia ...
 
Sento la vita con lucida follia, e comprendo che non mi appartiene.
Sono osservatore che la vive con lo sguardo camminandoci dentro.
Tutto si imprime nella mia memoria, che è vissuto e non osservato.
Sento con l’anima che cammina le intelligenze che si dipanano scialbe.
Provo repellenza per le mie mani che si muovono indipendenti e le osservo estranee.
Il mio corpo distaccato reclama bisognoso e mi causa pena la sua urgenza gregaria.
So di scontare pena per colpa non commessa: uno stralcio d’eternità cacciato a forza in un corpo grezzo, primitivo, perituro.
Con lucida percezione conosco la libertà dell’eterno, ma accarezzo la prigione e ne coltivo la cura.
Giardiniere pazzo, coltivo l’orrore delle erbacce e soffoco nell’incuria il fiore.