domenica 28 ottobre 2012

Era di domenica...


Era anche di domenica, papà.
L’ultima tua, domenica 28 ottobre 1962.
Mamma era a messa nella Cattedrale inginocchiata e durante la celebrazione, entrò con violenza in Chiesa una pietra, non vista da chi scagliata, e la colpi al perone lasciandola tramortita.
In quello stesso momento tu in campagna con il tuo cubetto di pillole tra le mani ti consegnavi al Signore, Dio del Nulla.
Più volte ricostruimmo gli orari con mamma e la tua morte coincideva con il lancio di quel sasso da mano sconosciuta.
Io fui testimone dell’immediatamente prima e dell’immediato dopo tuo.
Non mi è stata concessa la possibilità di raccogliere il tuo ultimo respiro.
Se ti avessi trattenuto, come il mio cuore mi suggeriva, forse avrei raccolto e baciato l’ultimo tuo.
Quanto eri bello, papà.
Anche morto eri maestoso e giganteggiavi.
Sì, ce lo siamo detto tante volte in questi cinquant’anni!
Sembra incredibile, sono trascorsi tanti anni e quel ragazzo ora è vecchio, ma l’amore è identico.
Sto sorridendo, padre mio.
Ti supero in età di quasi dieci anni e vorrei avere quella carezza che non mi hai mai fatto.
Non mi hai dato, e lacrime d’amore ora scorrono le mie imbiancate gote.
Una vita è il nostro amore è saldo come non mai.
Metà secolo e sei vivo e presente in me, senza aver mai cessato di esserci.
Quanta gioia e pacata serenità e ora mentre ti scrivo la commozione.
Quanto avrei voluto che tu conoscessi i tuoi nipoti Stefania, Leonardo, Barbara e Pamela.
Ti adorano, papà.
Conoscono ogni cosa di te perché gliene ho sempre parlato e anche Monica e Riccardo, stanno imparando ad amarti.
Non finirà la tua esistenza con la mia, padre mio.
No!, noi esisteremo in morte nella loro memoria e daremo loro quanto tu hai dato a me.
È inimmaginabile!
Solo quattordici di esistenza in vita, hanno sostenuto e arricchito cinquant’anni di esistenza in morte e continuano.
È stato ed è bello amarti, padre mio.
Vale papà.


Michele Cologna

(San Severo, sabato 27 ottobre 2012)

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domenica 21 ottobre 2012

E scesi...


E scesi…

 

 

 

 

E scesi l’inferno.

Non aveva esso luoghi non luoghi e paure da vivere.

Era luminoso e si sostava ognuno come piaceva.

Si gioiva di sé, ci si piaceva e ridevano.

Ridevano, ridevano, ridevano…

Bocche larghe e aperte a effluvi di fiati insonori, emettevano voci.

Rumoreggiavano olezzi e nutrivano sensi.

Ostentava l’orfano la malattia e custodiva l’angelo della vanità.

Un vociare di dio si diffondeva confondendo e aizzava i cuori.

Preghiere di bocche non asperse indugiavano nel bacio di labbra vogliose.

Volteggiavano indefiniti suoni e sembravano parole.

Fermava il tempo l’ascolto afono e assordante martellava gli orecchi.

Tripudio consumava gioie vuote di pathos e danze s’accodavano ad abusati riti.

Era vita dedita all’istante e il riso…

Bianco di denti aguzzi affondava il morso e la carne gioiva.

Feromoni di vergini puerpere impinguavano di desiderio il piacere e gemendo latravano cagne.

Tentai la fuga, e impietrito stazionai lo spavento.

Ero nello sguardo abbagliato dalla luce.

 

 

 

Michele Cologna

 

(San Severo, domenica 21 ottobre 2012)

 

 

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domenica 14 ottobre 2012

metamorfosi


metamorfosi




lavora la materia il tempo
e corrode

così

piegando volontà già piagate
usura
e
sottraendo da la vis la forza
destruttura

ora

abito di forme privo su le cose
poggia
e
la misura mai conosciuta in sé
considera

altro

la dimensione di carattere priva
scopre




michele cologna

(san severo sabato 13 ottobre 2012)


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mercoledì 10 ottobre 2012

occhi di luna


occhi di luna




la luna lacrima la sera
e bagna
i suoi occhi lo sguardo
irrorano

e

la bambina a sé tiene
il tempo in
sbarre di culla che mani
non mollano

e

imprigionando l’attimo
per sempre lei
legano al momento
impronta

la madre che lascia




michele cologna

(san severo 31/07/2012 20:39:07)



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