domenica 30 ottobre 2011

Carezza mancata

Come uno schiaffo l’ho sentita, questa mattina, la tua carezza mancata.
Tenerezza mai data.
È brucia.
Fa male.
Aride lacrime attraversano questo mio passato che non passa.
Tutto scorre e lui resta lì.
Inamovibile.
Come pena mai scontata, si nutre sempre di nuovo dolore.
E gonfia…
Tu hai ragione, padre mio!
È trascorso non celebrato, dimenticato il giorno della tua dipartita.
Ma sai il presente che non amo, mi toglie forze e m’asciuga la vita.
E questi giorni sono inferno.
Mi scuso sempre con te, pur essendo ora io più vecchio.
Non chiedo di farlo anche tu, no!
Potresti sollevare, però, per una volta lo sguardo dalla mia inettitudine che m’hai cucito addosso come livrea affinché mai la dismettessi!
Una volta sola e io mi sentirò sollevato.
Ero tanto giovane e non potevo sostituirti in tutto.
Poi, anche agli inetti un po’ di considerazione!
Tu non mi amavi e io mi porto la colpa anche per il tuo dolore di non sentirti padre pienamente.
Compiutamente.
Non ci crederai, ma sentivo questa tua sofferenza e piangevo.
Ho cercato di fartelo comprendere molte volte che davo tutto di me, ma non riuscivo a esaudire le tue aspettative.
Pensavi tutto il male di me, ma io ero sincero e scacciavo i sogni per amarti.
Quanti sogni ho abbandonato a loro stessi!
Sono sceso anche dalle nuvole troppo presto e in fretta per accontentarti.
Inutilmente.
M’imponevo di farti contento e non ci sono riuscito una volta sola.
Quattordici anni e non una volta.
Come mamma pazza di dolore con in braccio il suo figlio morto, mi cullo.
Ma niente e nessuna cosa lo riporterà in vita.
A nuova vita.
E non sono mai rinato.
L’ho sentita sempre come una mancanza.
Assenza di consistenza.
Vita sfuggita alla vita.
So che non è stata colpa tua!
Tu mi volevi uomo da subito e io ho mancato la fanciullezza e l’adolescenza.
Mai giovane e ora vecchio alla ricerca di ciò che non ho mai saputo e non so.
E forse non saprò mai.
Quanti fallimenti in una vita sola.
Vale, padre mio.

San Severo, 30/10/2011 9.12.38

ps
Domenica 28 ottobre del 1962, mio padre lasciava la vita che non voleva abbandonare.
Io, figlio in perfetta sintonia con lo scritto di sopra, ho completamente dimenticato la ricorrenza.



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