giovedì 12 marzo 2009

Il povero è pezzente perché perde la messa e bestemmia i santi

On. D’alema,
lasci dire a me che il cavaliere Berlusconi porta sfiga.
Lasci a me pensare che è uno iettatore e come tale portatore sano di sfiga sia per gli italiani che per le politiche che attua, e - visto che mi trovo - anche per quelle delle quali egli non reca colpa.
Lasci a me l’insulto o la maledizione.
Lasci solo a me che non ho possibilità alcuna d’incidere sui fatti, le azioni, le cose l’eventualità di coniare battute del tipo “l’energumeno tascabile”.
Questi si sa sono strumenti degli impotenti, di coloro che non possedendo alcun potere o altra capacità di intervento sulla realtà ricorrono all’invettiva e alla divinazione.
Ma lei, signor D’Alema, non entra nella categoria degli ultimi, dei paria, lei sta in Parlamento, e per stazionare lì è anche ben pagato.
Là, in quel posto, dovrebbe ben studiare gli interventi, le soluzioni di Brunetta e sceverare il vero dal falso e demolire nei contenuti l’impeto funesto del piccolo.
E se Brunetta individua un problema che esiste e cerca di risolverlo alla maniera sua, modo che né a lei, né agli elettori che l’hanno eletta piace, lei ha l’obbligo di contrastarla nel merito e fare proposte alternative, e non passare all’insulto.
Se l’Innominato propone di cementificare il Paese, lei ha l’obbligo, di contrastarlo, lottare, opporsi con tutti i mezzi che il Parlamento, le Istituzioni, le Leggi, la Democrazia le mette a disposizione, e, nel contempo, formulare le sue proposte.
Fatto ciò deve impegnare tutto se stesso e i suoi fedeli a spiegare, informare, convincere coloro che l’hanno eletto e anche altri se ci riesce, della bontà delle stesse da lei formulate.
Non si serva dei suoi scherpa solo per occupare spazi politici e potere. Altrimenti quello che lei considera iettatore potrà giustamente affermare che nessuna supremazia né politica, né morale può essere accampata dalla sinistra. E lei sa bene, on. D’Alema, che il suo elettorato fatto di cittadini e non dalla comunissima gente, della questione morale ne fa bandiera.
Rifletta, D’Alema, prima d’affermare che lo iettatore di oggi fosse quella “una risorsa” di ieri.
Se lei avesse allora riflettuto, forse oggi, approvato il conflitto d’interesse, non avremmo lo iettatore sfigato a demolire il Paese.
On. D’Alema, lasci solo a me lo sfogo dell’insulto, dell’invettiva, della scaramanzia e se per caso – magari consumando un caffé a San Severo come ci è capitato qualche volta – lei mi ascolta, eserciti il suo ruolo e mi redarguisca.
Non è una facoltà, è un suo dovere!
Seppure solo deontologico, ma è un suo obbligo.
***
Signori Onorevoli e Senatori,
sapete voi che il 70/80 per cento della popolazione italiana può aspirare massimo – eccellendo nella vita lavorativa di questo paese – a una retribuzione di circa trentamila, quarantamila euro all’anno?
Quante volte credete voi di valere più degli altri, seppure eccellenti?
Ditecelo!
Noi saremo ben lieti di conoscere questo vostro presunto valore, nel frattempo però, in attesa che decidiate, riducetevi lo stipendio al doppio dell’aspirazione dell’eccellenza di questo paese.
Non fingete di non capire!
Sì, non siamo disponibili ad erogarvi più di ottantamila euro lordi all’anno!
Se non vi sta bene, se ritenete di guadagnare di più cambiando lavoro, vi diciamo: andate a lavorare, signori!
Una retribuzione di tale entità farebbe immediatamente pulizia!
Pensate che un Mastella, un Dell’Utri – non perché siano i peggiori - e tanti simili resterebbero in politica se questa offrisse tanto!?
Andrebbero subito a fare il mestiere a loro più congeniale.
Quanti problemi risolveremmo in un sol colpo.
Basti pensare che la magistratura non dovrebbe più perder tempo a chiedere autorizzazioni di alcun genere.
***
Signori giornalisti,
non comprerò più quotidiani fino a quando l’informazione non la farà da padrona nei vostri giornali. Della Casta, del Palazzo e delle indecenze di costoro che hanno abbrutito, annichilito questo paese non me ne può fregare di meno.
Voglio le notizie, le inchieste e non le chiacchiere dei buffoni che ci governano e siedono in parlamento.
Le notizie le attingerò dai siti non italiani che parlano dell’Italia. Fanno il loro mestiere meglio, molto meglio di voi.
***
“Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave senza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!”
Italiani, popolo senza dignità,
voglio ricordare a me per primo e a voi dopo, un vecchio adagio delle parti del beneventano che recitava: “Il povero è pezzente perché perde la messa e bestemmia i santi”.
Chiaro!?
Oh!!!
Che dio vi maledica signori della Casta!
Che possiate ricevere lo stesso trattamento che riservate alla “gente”!
Che la maledizione vi insegua ovunque voi andiate!
Che possiate precipitare anche voi nell’indigenza dei pensionati, degli stranieri, dei clandestini, degli ultimi!
Che non possiate vedervene di bene del maltolto e anche di quello che è vostro!
Che…

Nessun commento:

Posta un commento