domenica 20 marzo 2011

Quando...

Quando…


Quando cesserai di generarlo, donna?!
Comporlo maschio?
No!
Non puoi proteggerlo figlio, nasconderlo compagno e definirlo assassino del fratello, poi!
Solo dopo.
Fin dai primi vagiti, egli si mostra prepotente e tu sorridi affettuosa.
Orgogliosa del suo impeto e dell’arroganza compiaciuta.
È maschio, affermi tu e si pavoneggia il padre!
Perdoni, sorridi, giustifichi e non vuoi crederci che il mostro l’hai nutrito tu.
Ha succhiato dalle tue mammelle latte.
Egli stupra altra mamma e tu la pensi puttana.
E la figlia?
La sorella e qualsiasi femmina gli sfiora il cammino?
Ancora tu credi alla provocazione.
Pensi che la figlia non sia immune da colpe se il padre, sempre morigerato, l’abbia messo gli occhi addosso.
Davvero credi che si trovava lì per caso a spiare la figlia?!
“È stato un raptus, egli è figlio buono”, vai affermando.
Ma la sua mano già grondante sangue, sporca altre vite.
Finalmente piangi, ma non contrita alzi lai.
“Me l’hanno rovinato!”, la tua difesa.
Scordi, mamma, di quel figlio le prepotenze!
Non ricordi, moglie, di quel marito il dominio!
Sottovaluti, donna - sua compagna di vita -, a giustifica, la subdola predicazione di debolezza.
Non vuoi vedere che della bestia ha tutte le teste, che tu giorno dopo giorno hai occultato sperando.
Egli ora s’attesta predestinato, affermando diversità naturali di divinità intrise, e tu non contrita, ti dichiari colpevole di fallita comprensione.
Il cerchio chiude e nella fatalità giace il destino.


Michele Cologna

(inedita San Severo, 19/03/2011 9.46.06)



http://www.facebook.com/note.php?created&¬e_id=10150128478962480

Nessun commento:

Posta un commento