venerdì 27 ottobre 2023

Al mio Papà, 28 ottobre 1962 - 28 ottobre 2023

Al mio Papà, 28 ottobre 1962 - 28 ottobre 2023
 
Sono tanti gli anni.
Tanti per davvero, Papà mio.
Il sostantivo, afono per l’assenza, ma non privo del possessivo, può degradare nella finzione.
No, non è così e conserva ancora tutto il suo valore nel senso.
28 ottobre 1962, 28 ottobre 2023.
Sono sessantuno anni e io sto per uscire dai settantacinque.
Stavo lì, lì per concludere in loro il mio viaggio.
Non ne sono ancora fuori.
E nonostante non stia affatto bene, Padre, anche in questo, in sé funesto, la mia sale a te.
Sebbene assai pungente il dolore per la perdita di Giovanni, non mi distoglie dal pensare che sia stato fortunato nella morte.
Una mattina sul nascere gli ha spento le luci.
Dall’intervento, il 10 maggio, non mi è stata risparmiata sofferenza.
Mi maledico, se avessi saputo!
Certo, Papà mio, che non avrei fatto l’operazione.
Avrei atteso la morte e gli inenarrabili lasciati nel silenzio.
Forse non ce la farò lo stesso, ma tra urla e strazi.
È doloroso, sì!
Ma sei venuto da me quella mattina di sessantuno anni fa, mi hai salutato e io non ho avuto la sfrontatezza di dichiararti con il gesto il mio amore e qualche minuto dopo venivo avvertito della tua dipartita.
È una forzatura affermare di morire senza pena?
Mi penso sfortunato anche in essa: pene dell’intervento, della convalescenza e la beffa.
Non raggiungere il traguardo della guarigione.
Avere la possibilità di onorarti con la mia allocuzione ancora, però, mi dà quella serenità di Figlio che nel Padre si compie e consegna.
Papà mio caro, è dolore infinito la perdita di Giovanni.
Gli ho fatto da padre e da madre.
Fratello l’ho amato.
Un po' di me se l’è portato con sé.
Ora lì insieme, Tu, la Mamma, Carolina, Giovanni.
Accarezzo la possibilità.
Vale, Papà mio.